Emanuele
Pacini
“NON SEMPRE INFURIANO PIOGGE E VENTI, TALVOLTA ANCHE IL MALTEMPO SMETTE; TU INVECE NON SMETTI MAI DI LAMENTARE IL TUO AMORE PERDUTO”
ORAZIO, carm. 2,9; vv. 9-12
L’abbaglio comincia prima, molto prima addirittura. La volta – se non siamo medici – che vediamo una radiografia, per lo più, abbiamo già imparato a credere che ci sia una struttura che non vediamo, una verità invisibile da ricercare dietro ciò che appare. La radiografia è una conferma di cui neppure ci accorgiamo. Perché anche la prima volta abbiamo imparato a saperlo che le ossa sono nascoste, che si portano addosso la nostra pelle. E in fondo immaginiamo la storia, anche quella delle città, allo stesso modo: una storia di strati.
Così una passeggiata tra le strade della vecchia acropoli è una sorta di radiografia di ciò che abbiamo raccontato che è stato. Si mischiano le voci e i gesti di chi quei luoghi li ha abitati o, soltanto, attraversati; ed ecco gli strati che sono polvere e ossa e pelle e suoni e colori insieme. Poi è passato il tempo e quelle voci e quei gesti hanno inventato i luoghi che ricordavano, lasciando che lo spazio divenisse luogo e il luogo nostalgia di mancanza. Non c’è ricordo che non ci costringa a dimenticare. Di un anno ci viene in mente qualche giorno. Di un giorno ritroviamo qualche momento. Di molti volti tornano soltanto alcuni a chiamarci. Non c’è ricordo che possa non essere infedele. Tradiamo insomma ciò che è stato ogni volta che ricordando qualcosa ne dimentichiamo qualche altra. Del resto ricordare tutto non ci assicurerebbe alcuna fedeltà. Le parole sono tutte fatte essenzialmente di mancanza. Dicono qualcosa soltanto riconoscendo a quella cosa una impossibile identità definitiva, immobile. Le parole tradiscono le cose, le generalizzano e così le inventano. Lasciano che chi parla scompaia in ciò che dice e che resti fuori di lui qualcosa che è prima e dopo di ognuno che parla. Inventare i ricordi è ciò che accade ogni volta che ricordiamo.
Emanuele Pacini Nato a Firenze nel 1981, è scenografo, pittore, arredatore, designer, grafico, fotografo, illustratore, scultore. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli e di Carrara. Vive e lavora a Napoli dove prosegue la sua ricerca e collabora con Istituzioni del mondo dell’arte e della Salute mentale.
2024
anno
incausto e tecnica mista
tecniche e materiali
100 x 150 cm
dimensioni






