La zona di Pizzofalcone cominciò ad urbanizzarsi agli inizi del XVI secolo, quando il territorio venne progressivamente venduto a privati che iniziarono a costruirvi i loro palazzi. Andrea Carafa della Spina, conte di Santa Severina, acquistò nel 1509 dal monastero di San Sebastiano il suolo positum extra prope Neapolim ubi dicitur ad Echia seu Pizzofalcone, su cui sarebbe sorta la sua villa.

Alla morte di Andrea Carafa nel 1526 la villa fu venduta a Ferrante Loffredo marchese di Trevico, che la ampliò ed abbellì ulteriormente. Nel 1651 il viceré Filippo III, conte di Ognatte, acquistò il palazzo e vi trasferì i soldati spagnoli dislocati nei Quartieri di via Toledo. Ulteriori ampliamenti furono apportati tra il 1668 e il 1670 dal vicerè Pietro d’Aragona, che fece edificare un nuovo quartiere militare nella zona dei giardini, l’attuale caserma Bixio. La parte più antica del presidio, cioè il palazzo del marchese di Trevico, fu destinata nel 1808 a sede del deposito di guerra, della biblioteca militare e del Reale Officio Topografico. Nel 1885 l’Archivio di Stato di Napoli acquisì dall’Amministrazione militare l’edificio da destinare alla conservazione di documentazione prevalentemente di carattere militare. Oggi, la sede ospita alcuni tra gli archivi di impresa più interessanti dell’area campana. Oltre ad essere aperta agli studiosi, è stata scelta come set della serie I bastardi di Pizzofalcone; ospita incontri, presentazioni di libri, laboratori didattici, mostre, ponendosi come polo di aggregazione culturale nell’ambito del recupero e valorizzazione della collina di monte Echia.

Archivio di Stato di Napoli
Sede sussidiaria di Pizzofalcone